Siamo in Camargue, nel sud della Francia, dove la corrida è una vera festa per tutti, anche per i malcapitati tori che rimangono un po’ stupiti e talvolta si prestano svogliatamente, ma ai quali non viene torto neanche un pelo. La Course Camarguaise è una tradizione ancora molto sentita in Provenza e se siete fortunati e capitate ad Arles, o meglio ancora a Saintes Maries de la Mer in un giorno di corrida, non esitate a comprare il biglietto, il divertimento è assicurato.
Gardians a cavallo e Arlesiane, le donne vestite con gli abiti della tradizione, aprono lo spettacolo nella bella arena bianca situata a bordo mare con il capelado, la sfilata di saluto. Poi entrano i raseteurs, i valorosi che sfidano il toro. Al primo squillo di tromba, la porta del torello si apre e il primo toro si precipita nell’arena. Ha un minuto per ambientarsi dopo di che, la seconda tromba suona e i raseteurs, vestiti di bianco, possono iniziare.
Muniti solo di un uncino, una specie di piccolo rastrello che tengono in mano, devono avvicinarsi al toro talmente tanto da portargli via le nappe e le coccarde legate tra le corna che valgono bonus e punti. La loro bravura, agilità e il loro coraggio, sono davvero sorprendenti. Finiscono la corsa, mentre il toro li insegue, saltando come cavallette la staccionata in legno e arrampicandosi fin quasi sugli spalti dove il pubblico applaude.
Ma quello che sorprende davvero è il toro, che lanciato all’inseguimento spesso salta anche lui oltre le barriere di legno causando il fuggi fuggi generale di tutti gli addetti ai lavori. Talvolta poi rimane penzoloni, dondolando metà dentro e metà fuori dall’arena e le risate non mancano. Ma non mancano neanche gli attimi di tensione, soprattutto quando un raseteurs mette un piede in fallo o scivola e il toro gli arriva a un soffio o lo calpesta. Insomma il rischio c’è ma più per l’uomo che per l’animale.
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