La Roccia di Adamo alla Verna

Tutti di sicuro hanno ben presente l’immagine della Creazione di Adamo, raffigurata da Michelangelo nella Cappella Sistina a Roma: le due mani, quella di Dio e quella di Adamo, che si sfiorano, nel momento in cui Dio gli dà vita. Non tutti sanno che Michelangelo ambientò questa scena in un luogo esatto che ancora oggi è possibile vedere, in Casentino, nei luoghi natali dell’artista, e più precisamente a Chiusi della Verna, sotto le rovine del castello del conte Orlando Catani, ricordato dai posteri, per aver donato il Monte Penna a San Francesco.

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Creazione di Adamo, Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti

Per decenni due paesi si sono contesi la paternità del più grande artista del Rinascimento: Caprese Michelangelo che (anche solo per il nome sembra aver avuto la meglio) ospita oggi nella rocca il museo Michelangiolesco dove era anche la casa del podestà forse casa natale del Buonarroti, e Chiusi della Verna dove è collocato, sullo sfondo del Monte Penna, la grande pietra, “location” a cui si ispirò Michelangelo, oggi conosciuta come la Roccia di Adamo.

roccia di adamo
La roccia di Adamo a Chiusi della Verna

L’affresco della Cappella Sistina mostra Adamo seminudo e ancora senza vita con il corpo che segue le forme della roccia su cui è adagiato mentre alle sue spalle si erge il profilo del monte della Verna. La somiglianza tra i due paesaggi, quello dipinto e quello naturale, è talmente esatta che viene da escludere possa essere casuale e fa pensare che l’artista abbia realizzato l’affresco tenendo conto di un disegno preparatorio o di uno schizzo preso sul posto.

D’altra parte sicuramente Michelangelo aveva grande familiarità con questo luogo. La roccia è situata infatti nelle immediate vicinanze dell’Antica Podesteria, risalente al XI secolo, dove Ludovico Buonarroti, padre di Michelangelo, svolse il suo incarico di Podestà nominato dalla Repubblica fiorentina.

Addossato alla podesteria e di fronte alla roccia vi è anche una casetta, oggi adibita a punto informazioni, che la gente del posto indica come la vera casa natale di Michelangelo.

rocca di caprese michelangelo
Rocca di Caprese Michelangelo

“Di sicuro qui ha giocato da bambino, quando suo padre era podestà, ed aveva ben presente questi luoghi – ci racconta una signora che vive in una delle poche case che all’epoca di Michelangelo formavano questo borgo, posizionate lungo l’antica strada che portava da Chiusi la Verna a Caprese – e di sicuro questo è il luogo da lui raffigurato perché è esattamente uguale, e la roccia non si può certo spostare”. “In questo punto – continua – passava l’antica strada che portava al Santuario della Verna e di qui sono passati sicuramente, santi come Sant’Antonio da Padova, papi e artisti, e a me piace pensare che si siano fermati qui, forse anche nella cucina di casa mia, che era proprio lungo la vecchia strada, anche solo per chiedere un bicchiere d’acqua”.

Poco distante dalla Roccia di Adamo si entra invece in territorio Francescano e il Santuario della Verna, arrampicato sulle rocce del Monte Penna da solo val bene il viaggio in Casentino. “Nel crudo sasso intra Tevero e Arno, da Cristo prese l’ultimo sigillo che le sue membra due anni portarno” ricorda Dante nell’XI canto della sua Commedia riferendosi a San Francesco che qui si ritirò in preghiera e nel 1224, due anni prima di morire, ricevette le stimmate. I Frati minori ancora oggi custodiscono questo luogo sacro.

la verna innevata
Santuario della Verna sotto la neve – Dicembre 2017

Dalla località La Beccia si può percorrere, in venti minuti di cammino, l’antico sentiero pedonale un tempo unico accesso al Santuario, che passa proprio sotto il sasso spicco su cui si erge il monastero. Sull’arco d’ingresso è inciso in latino “Altro monte non ha più santo il mondo”.

All’interno del monastero sono riuniti alcuni dei capolavori di Andrea della Robbia e della sua scuola, grandi bassorilievi in terracotta invetriata risalenti al 1475 circa che, data l’umidità del luogo, furono una valida alternativa agli affreschi che si sarebbero deteriorati. Nella chiesa, tra gli altri vi è l’Annunciazione, considerata la massima espressione dell’artista fiorentino e la Natività mentre nella cappella delle stimmate è collocata una delle tavole più grandi, la Crocefissione.

formella della robbia la verna
Annunciazione di Andrea della Robbia

All’ora nona, corrispondente alle tre del pomeriggio, i monaci in processione, dalla chiesa raggiungono la cappella, intonando canti gregoriani mentre attraversano il grande porticato chiuso a vetrate dove sono affrescate le scene della vita del Santo.

Da non perdere, durante la visita, i luoghi della devozione a San Francesco, la grotta dove dormiva e il “precipizio”. Vuole la leggenda che nella roccia si sia aperta una insenatura per accogliere e proteggere il Santo che il diavolo voleva buttar già dalla rupe. Bellissimo lo strapiombo che domina la piana di Campaldino (ove ebbe luogo la famosa battaglia) e il castello dei conti Guidi a Poppi, spunto per un’altra visita in zona, come anche il Castello e la Pieve di Romena non distante.

Proprio all’imbocco del sentiero alla Beccia c’è un ristorante che merita una sosta se invece si vuol esser più spartani si può pranzare presso il convento, nella foresteria in inverno – periodo molto più contemplativo per la visita – o nel ristorante aperto in estate quando il monastero viene preso d’assalto anche per picnic nel bosco.

E perché no, venendo da Firenze merita fermarsi anche sul Passo della Consuma per gustare la schiacciata con i funghi, specialità del posto.

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