Sbarco in Normandia: itinerario lungo le spiagge del D-Day

Le spiagge di Omaha e Utah dove sbarcarono le truppe americane, il villaggio di Sainte-Mère-Église dove un paracadutista rimase appeso al pinnacolo del campanile, il cimitero di Colleville-sur-mer con novemila croci bianche in cima alla scogliera, e Arromanches dove Churcill, di nascosto dai tedeschi, fece costruire il porto artificiale di Mulberry.

Ripercorrere i luoghi dello Sbarco in Normandia è un’emozione anche per chi non è appassionato di storia militare. Nella Bassa Normandia, da Caen fino alla punta della Penisola del Cotentin, non si contano i musei, memoriali, cimiteri, campi di battaglia, tutto a ricordare i giorni del D-Day, quando le truppe alleate sbarcarono sui 160 km di spiagge della Côte de Nacre – la costa di madreperla – per liberare Parigi, la Francia e l’Europa dalla Germania di Hitler.pointe-du-hoc

La Battaglia di Normandia è una delle pagine della nostra storia che ancora oggi possiamo rileggere attraverso il territorio in cui si è consumata, e un viaggio in Normandia non può non includere un giorno di visita ai luoghi dello sbarco, che avvenne all’alba del 6 giugno 1944 e ebbe un costo enorme in termine di vite umane, con 600 paesi quasi interamente distrutti.

Difficile guide alla mano tracciare l’itinerario per chi non vuole accodarsi alle visite guidate, sicuramente – pensavo prima di partire – deve includere un museo e un cimitero, una spiaggia e una batteria, e ancora un paese dei tanti che hanno visto passare le truppe alleate per respingere gli invasori.

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Tanti luoghi sono noti, come le spiagge dove sono sbarcati gli americani, Utah e Omaha beach, i loro nomi riecheggiano ancora nei racconti, e li abbiamo visti al cinema in tanti film anche recenti, altri sono meno conosciuti ma non meno evocativi. Scopriamo i luoghi più emblematici per ripercorre quei giorni che hanno cambiato la storia.

Arromanches

La base da cui partire è senza dubbio Arromanches, la cittadina sulla costa, 10 km a nord di Bayex, protetta dalle scogliere dove, lungo la spiaggia al largo, si possono ancora vedere i resti del grande porto artificiale galleggiante Mulberry, lungo 8 km che gli inglesi costruirono in segreto per gli approvvigionamenti.

Arromanches

“Chi controlla i porti controlla l’Europa” diceva Churcill nel ’42, perché è impensabile una battaglia in un territorio interamente occupato dal nemico, senza un porto dove poter sbarcare mezzi, armi e rifornimenti. Fu così che non riuscendo ad impadronirsi di un porto iniziò a pensare a come costruirlo. Anche a cose normali ci sarebbero voluti anni, tanto più lavorando sotto l’artiglieria nemica, fu così che con Lord Mountabatten pensarono ad una impresa mai tentata prima.

Il porto galleggiante

Un grande porto galleggiante prefabbricato, considerato la maggior prodezza tecnica della guerra fu fatto costruire nel ’43 in segreto in Inghilterra per poi essere trainato fino al luogo prescelto, la spiaggia delle piccola cittadina di Arromanches, e assemblato, tutto all’insaputa dei tedeschi che combattevano ad alcuni chilometri di distanza.

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L’audace progetto prevedeva la costruzione in suolo inglese di 146 cassoni di calcestruzzo. Furono 30.000 gli uomini impegnati e 100.000 tonnellate di cemento armato. Il 7 giugno a largo di Arromanches furono affondati con l’esplosivo 60 vecchi bastimenti per costituire un primo riparo. Novecento rimorchiatori trainarono i blocchi di cemento a 9 km orari attraverso la Manica fino in Francia dove una volta aperte le valvole e fatta entrare l’acqua si depositarono sul fondo costituendo una barriera frangiflutti lunga 8 km.arromanches-museo-sbarco

Completavano l’opera 22 piattaforme metalliche ancorate sul fondo che facevano da banchine di scarico. Il 13 giugno la diga era quasi completata con 3 pontili quando una violenta tempesta rischiò di vanificare il lavoro. L’altro porto in costruzione più a ovest su Omaha beach a Vierville, venne abbattuto mentre a Arromanches i blocchi ressero e finita la tempesta l’opera poté essere completata. Durante i cento giorni di Normandia il porto servì per lo sbarco di due milioni e mezzo di uomini e mezzo milione di veicoli, diventando nei tre mesi successivi al D-Day il porto più grande e produttivo di qualsiasi altro al mondo.

Il museo dello sbarco e il cinema a 360°

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Davanti alla spiaggia dove sono ancora sparsi i resti, è visitabile il Musée du Débarquement dove si ripercorre, con modellini e filmati, la storia dell’impresa. Con una navetta o a piedi, infine, si raggiunge la collina alle spalle del museo da cui si ammira la spiaggia e il paese; sotto una cupola di acciaio, è stato realizzato “Arromanches 360″ un cinema a 360 gradi dove su 9 schermi circolari viene proiettato ogni mezz’ora un documentario costituito da immagini d’archivio inglesi, americane, tedesche, canadesi e francesi che fa rivivere la storia di quei giorni, gli attacchi aerei, lo sbarco dei soldati, la battaglia e infine l’esultanza generale per la libertà ritrovata.arromanches-collina

Arromanches è anche piacevole per un pranzo veloce lungo la via pedonale animata da negozi e bistrò, magari anche con un gustoso Hot dog farcito con il soucisses del Cotentin, una salsiccia della regione. Ripresa l’auto si continua l’itinerario nei luoghi dello sbarco in Normandia. La tappa successiva è a ventina di chilometri a ovest sempre lungo il litorale che in questo punto diventa più selvaggio e collinoso con scogliere a picco sul mare. Questo tratto di costa è forse uno dei più famosi, nome in codice Omaha beach: in questa zona sbarcarono gli americani e la battaglia fu cruenta.

Il cimitero americano di Colleville-sur-mer

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Ne è testimonianza un altro luogo immancabile situato sulla scogliera a Colleville-sur-mer: il più grande dei cimiteri di guerra americani. Questo è il luogo che si riconosce nelle prime scene del film Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Sul vasto prato verde che domina il mare, in file ordinate si susseguono le croci bianche di novemila soldati americani caduti in quei giorni, tra loro anche il figlio del presidente Roosevelt. Tra cielo, mare, verde e vento, le croci ricordano imperiture l’orrore della guerra.  Nella vicina Saint-Laurent poco oltre il cimitero la scogliera lascia spazio a Omaha Beach.

Pointe du Hoc

Ma un luogo ancor più emblematico dove ancora oggi sembra di rivivere quel terribile giorno dello sbarco è sei chilometri ad ovest, a Pointe du Hoc. Il sito è di proprietà degli Stati Uniti e l’ingresso è libero e gratuito. Ci arriviamo quando un temporale fulmini ha appena finito di scaricare tutta la sua forza.

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Sulla vetta della scogliera dove sono ancora i bunker in cemento armato e il filo spinato delle postazioni tedesche, si procede sul terreno martoriato dalle granate di quell’alba di 70 anni fa: ancora oggi si cammina schivando i profondi crateri che hanno lasciato. Ai piedi della scogliera la battaglia fu cruenta ma la postazione fu incredibilmente conquistata in un quarto d’ora.

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Sainte-Mère-Église e Utah Beach

sainte-mere-eglise-veloUn altro paese che merita una visita è senza dubbio Sainte-MèreÉgliseUn po’ nell’interno lungo Utah Beach, la più occidentale delle principali spiagge dell’invasione, questo è il primo villaggio della Normandia liberato dalle truppe americane ed è forse la cittadina più visitata ancora oggi dai turisti, rimasta impressa nella memoria collettiva per il paracadutista americano che rimase per due ore impigliato a un pinnacolo del campanile mentre intorno si consumava la battaglia fino a che non venne preso e fatto prigioniero. Oggi un manichino in uniforme è nella stessa posizione in cui rimase John Steele, la cui storia è stata raccontata nel film Il giorno più lungo.

Batteria d’Azerville

batteria-point-du-hoc-normandiaInfine, per completare questo itinerario che riesce a toccare nel profondo anche di chi non è solito guardare film di guerra e non è propriamente appassionato di storia militare, poco a nord di Sainte-Mère-Eglise, troviamo uno dei siti meglio conservati: la Batteria d’Azerville, una postazione tedesca a difesa della costa che ancora conserva 350 metri di tunnel sotterranei percorribili, bunker, casematte per cannoni: un luogo impressionante che si può visitare con l’aiuto di una interessante audio guida anche in lingua italiana.

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