Visita al borgo medievale di Monteriggioni

“Monteriggioni di torri si corona” non si può trovare un modo migliore di quello usato da Dante nel XXXI canto dell’inferno, per descrivere questo borgo fortificato, unico nel suo genere, rimasto quasi intatto all’epoca in cui fu costruito nel XIII secolo, tanto che avvicinandosi a Siena, appare ancora oggi al viaggiatore, con le torri a circolo che seguono la forma della collina, proprio come lo avvistavano da lontano i pellegrini del Medioevo che percorrevano la Via Francigena, diretti a Roma o ancora più là, verso Bari dove si imbarcavano per la Terra Santa. monteriggioni dintorni 3 (2)

In località “La colonna” lasciamo l’auto per fare almeno un breve tragitto di quella antica Via che da San Gimignano faceva tappa nel borgo e poi proseguiva verso Siena ormai alle porte. Il bar sulla strada sembra anch’esso arrivare a noi quasi intatto da quell’epoca ed è bello fermarsi per gustare un tagliere di affettati e formaggi prima di proseguire. Il sentiero sterrato percorso dai moderni pellegrini in bicicletta o a piedi è abbastanza ripido ma breve e dà giusto il tempo per scrollarsi di dosso la moderna velocità e calarsi nello stato d’animo adatto. I filari di viti sulla collina sapientemente coltivata si susseguono accompagnandoci fino alle mura della fortezza dove si apre una delle due sole porte che danno, e davano, accesso al borgo.monteriggioni mura

Questa era la porta più piccola, Porta Franca o Romea, che oltrepassavano i viandanti provenienti da nord, l’altra, dalla parte opposta delle mura, Porta San Giovanni, è più ampia ed era quella che guardava verso Siena. Fu proprio Siena, gli “arrabbiati ghibellini”, nei primi anni del 1200, ad acquistare dai nobili di Staggia il Monte Ala che dominava le Valli dell’Elsa e dello Staggia, e ad edificare il castello di “Mons Regionis” proprio per difendersi meglio dalle mire espansionistiche di Firenze, la cosiddetta “fieramente guelfa”. Era il lontano 1213 e il borgo ancora oggi si vanta di non essere mai stato espugnano, mai vinto da assedio o battaglia, come quella di Colle del 1269 ricordata anche da Dante nel XIII canto del Purgatorio, quando i senesi si rifugiarono nel castello assediato invano dai Fiorentini, battaglia che viene rievocata a giugno nei campi sotto le mura con uomini in costume e armi storiche.

A far capitolare Monteriggioni fu solo il tradimento, il 29 agosto del 1554 per mano del comandante di guarnigione Giovanni Zeti che face aprire dall’interno la porta di San Giovanni, permettendo alle truppe imperiali di entrare e innalzare il vessillo dei Medici. “Bon pro vi faccia, Eccellenza, se noi oggi siamo entrati nel castello più forte della Tuscia senza colpo ferire” fu il messaggio inviato a Firenze, e questo evento segnò, di lì a poco, anche la definitiva caduta della Repubblica di Siena.monteriggioni piazza 2

Il borgo all’interno è ancora intatto e oggi recuperato al meglio per riportare i visitatori indietro nel tempo. Piazza Roma, il cuore del paese, fatto di poche case che si affacciano su strade, piazzette e cortili interni, sembra ferma al XIII secolo, se non fosse che allora era “a sterro” e oggi è lastricata in pietra, con la cisterna centrale, i negozietti e il piccolo museo dei Templari tanto caratteristico per quanto semplice. La Pieve di Santa Maria Assunta, dai caratteri romanico-gotici e con la sobria facciata in travertino, nel 1254 ospitò il trattato di pace tra Siena e Firenze, firmato da Brunetto Latini maestro di Dante, che riportava i termini “perpetuam et irrevocabilem” ma che di perpetuo non ebbe molto.

Nell’antico cortile della chiesa vengono accolti i pellegrini, e dall’ufficio del turismo che fornisce informazioni sulla Francigena si accede al simpatico Museo delle armi e armature, che ripercorre la storia del fortilizio ma soprattutto, con grande entusiasmo dei bambini, e a dire il vero anche degli adulti, permette di indossare per una volta nella vita, la cotta in maglia di ferro e parti dell’armatura che indossavano i veri cavalieri medievali – pesantissime entrambe, povero cavallo – e toccare con mano, le antiche balestre uniche armi che riuscivano a perforarle, e le alabarde e gli archibugi, le prime armi da fuoco apparse alla fine del 1400 che decretarono grazie alla polvere da sparo, la fine di un’epoca, quella del mondo cavalleresco.monteriggioni piazza

Con lo stesso biglietto del museo si accede anche ai camminamenti sopra le mura, moderni camminamenti in legno e metallo ma che vale davvero la pena di percorrere anche se per un breve tratto, solamente per vedere Monteriggioni dall’alto delle sue mura merlate di torri di cui si può apprezzare appieno la “possenza”, anche solo per il loro spessore di ben due metri, e poi per la forma ellissoidale che si allunga per un diametro di 300 metri di lunghezza e 150 di larghezza con le 14 torri ,  ma soprattutto per godersi la vista sulla campagna circostante rimasta pressoché intatta con le morbide colline sul limitar del Chianti, tra boschi, uliveti e vigne, punteggiate di antichi insediamenti, che al tramonto sono di per sé uno spettacolo impareggiabile.monteriggioni veduta

E non può non tornarci alla mente Dante con i suoi versi dal canto XXXI dell’Inferno “… però che, come su la cerchia tonda Monteriggioni di torri si corona, così la proda che ‘l pozzo circonda, torreggiavan di mezza persona li orribil giganti…” e ci par proprio di vederlo Dante, ed anzi lo vediamo davvero: abbiamo avuto la fortuna di capitare a Monteriggioni in una giornata di rievocazione che anticipa la grande Festa Medievale che si tiene ogni anno nelle prime due settimane di luglio, assolutamente da non mancare.IMGP7918

Per le strade i musici vestiti in abiti medievali, a scacchi dai colori sgargianti, suonano antiche e leggiadre arie e improvvisano in perfetta rima stornelli divertenti. Il sedicente Dante in veste e berretto di velluto color porpora, declama i versi tratti dalla sua Commedia e parla di Monteriggioni e di Pia de’ Tolomei “Siena mi fé, disfecemi Maremma”, proprio davanti alla piazzetta dove è allestito il mercatino degli antichi mestieri. La fucina del fabbro con l’incudine e un grande mantice, tenuta da un vero maestro nell’arte del ferro che realizza attrezzi in stile medievale, il pellettiere che vende le antiche scarselle fatte di pellami e può vantare antiche origini della sua casata che discende nientemeno da quella Pia de’ Tolomei e da Ghino di Tacco, le terrecotte e altre oggetti in legno, il panettiere dove è sempre la fila per comprare i panini e anche l’amanuense che scrive a mano con penna, calamaio e inchiostro, in caratteri gotici come facevano i monaci tra le mura dei monasteri nel silenzio degli scriptorium, caratteri che oggi non sappiamo più tracciare e che ci lasciano a bocca aperta per la loro grazia.monteriggioni medioevale 7

E dietro un semplice mercatino medievale si scopre un mondo di appassionati di storia, letteratura, arte e mestieri del passato, inimmaginabile, e tutto assume altri contorni e si vede sotto un’altra luce anche la rievocazione storica declamata con ardore da un anziano Capitano della Repubblica e lo spettacolo dei musici e degli sbandieratori di Torrita di Siena che fanno volteggiar con abilità le loro bandiere per aria che sembra di essere al Palio. E per un giorno sembra di aver vissuto davvero nel passato.monteriggioni sbandieratori 4

Date da ricordare:
5 luglio 2018, Banchetto al castello;

6,7,8 e 13,14,15 luglio: Festa medievale “Monteriggioni di torri si corona” – Misteri, paure e magie al tempo di Dante.

Siti ufficiali per approfondimenti:
Ufficio del turismo di Monteriggioni

Sulla Via Francigena che attraversa Monteriggioni nella Tappa 31, da San Gimignano Monteriggioni, e Tappa 32 da Monteriggioni a Siena,  vedi anche: www.viefrancigene.org e www.regione.toscana.it/via-francigena

Nei dintorni da vedere:
Abbadia a Isola con la chiesa del XII secolo, il duecentesco eremo di San Leonardo al Lago e i castelli di Chiocciola e Castiglion Ghinibaldi. Sul versante orientale della Montagnola senese, un’aria incontaminata, si può percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo, la rete di sentieri tra cui anche la Via Francigena.

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