Orsi, presentose e grandi fotografi. C’è un solo paese che ha tutti e tre i requisiti. Siamo a Scanno in Abruzzo, o meglio ci siamo tornati questa estate dopo tanti anni, e non ci ha deluso. Certo non è più il paese isolato che scoprirono negli anni ’50 grandi fotografi come Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Ferdinando Scianna e altri, che immortalarono donne in abiti tradizionali, bambini, piazzette e vicoli, ma è sempre caratteristico e piacevole.
Arrivando lungo la strada nelle splendide Gole del Sagittario ci si meraviglia dei cartelli arancioni “La velocità fa male agli orsi e a voi stessi, rallentate” o qualcosa del genere. Fuori dall’ufficio del turismo un manifesto raccomanda di segnalare gli avvistamenti fuori dal parco. “Ma come – chiediamo una volta entrati – è così facile ancora imbattersi in un orso?”. Così mi racconta che tra maggio e giugno a Villalago, il paese poco sopra Scanno che si affaccia sulle acque del laghetto (quello a forma di cuore tanto fotografato), è stata vista di frequente una mamma orso con 4 cuccioli. Paradossalmente si sentiva più protetta a stare in paese che nei boschi, hanno detto gli esperti.
Per le stradine del paese occorre fermarsi a tutte le vetrine delle gioiellerie per vedere le tante fogge, una più bella dell’altra, delle “presentose”. Sono gioielli unici, tipici della tradizione, fatti a mano dagli artigiani locali in oro e argento, che venivano donati dalla suocera alla futura nuora prima del matrimonio.
Prima di ripartire in un forno abbiamo comprato biscotti dall’aspetto rustico ma che ci hanno davvero deliziato, tanto che volevamo fermarci anche al ritorno: li abbiamo finiti in un lampo seduti su una panchina nella piazzetta, la più famosa, proprio quella della foto di Bresson. Anche noi abbiamo provato a fare la stessa foto, dallo stesso identico punto, in cima alle scalette, ma non è la stessa cosa.
Minimalglobetrotter 