Tour dei Castelli del Ducato di Parma

Nel passato, uno stato piccolo quanto un fazzoletto, ma ambito però, tanto che Napoleone arrivò ad avvelenare a cena un suo invitato, Don Ferdinando di Borbone, pur di toglierselo di torno e donare reggia e titolo alla moglie Maria Luigia d’Austria.

Un itinerario tra i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza è un vero tuffo nel passato tra antichi manieri, storie di principi e intrighi, di stanze misteriose o mirabilmente affrescate, di amori segreti e impossibili,  e naturalmente di immancabili fantasmi, talvolta anche fotografati, sì avete letto bene, immortalati dai ghost hunters.

Nella pianura verso il Po come sulle pendici dell’Appennino intorno a Parma, sono in tutto 32 castelli, tra fortezze, corti e residenze nobiliari, ben conservati e visitabili grazie ad un accordo tra enti pubblici e privati riuniti in un circuito. E un giro in questa zona non è solo storia, arte e curiosità. Siamo infatti nella Food Valley, la culla del Parmigiano, del prosciutto di Parma, del guanciale e del culatello. Ovunque, si mangia non bene, ma di più. Pronti a partire per il viaggio?

Reggia di Colorno

Castelli di Parma e Piacenza Reggia di Colorno veduta

Per capire bene l’intreccio di dinastie e di storie che nei secoli hanno caratterizzato questi luoghi può essere utile iniziare con la visita guidata della Reggia di Colorno. Da rocca a residenza signorile con i Sanseverino, a vera corte con i Farnese costruita per gareggiare con la Versailles del Re Sole. Nella Reggia vissero esponenti delle più importanti dinastie d’Europa, come Don Carlo figlio del Re di Spagna Filippo V di Borbone, che visse a Colorno prima di andare a Napoli nel ben più importante Regno delle due Sicilie dove costruì a suo modello la Reggia di Caserta e portandosi via tutto quello che era trasportabile, dai mobili alle maioliche, alle fontane del giardino all’italiana.

reggia di colorno interno

Di recente alcuni pezzi sono tornati ad arredare le sale di Colorno, per altri il recupero è più complesso o impossibile: si pensi che anche la scrivania da cui il presidente della Repubblica legge il messaggio di auguri di fine anno ha impresso nei cassetti il marchio a fuoco di Colorno.

Da non perdere la visita della cappella di corte e del curioso osservatorio astronomico, i luoghi più amati e dove trascorreva le nottate (unico tempo rubato ai doveri di corte) l’ultimo dei Borbone a Parma, Don Ferdinando. Dopo tanti anni di decadenza, oggi, la Reggia è tornata a nuova vita e parte delle 400 sale ospitano Alma, la scuola internazionale di cucina guidata dallo chef Oliviero Marchesi.

Rocca Sanvitale di Fontanellato

Castelli di Parma e Piacenza rocca San Vitale Fontanellato

Non distante da Colorno è il paese di Fontanellato conosciuto da secoli per il pittoresco castello con intorno ancora oggi il fossato pieno di acqua, e da qualche anno anche per il Labirinto della Masone, il labirinto più grande del mondo fatto con oltre trecentomila bambù, un’attrazione unica a cui dedicare una domenica con i bambini.

Per oltre 4 secoli il Castello fu abitato dalla potente famiglia dei San Severino che non persero il loro feudo neanche quando i Farnese nel 1612 arrestarono e decapitarono in piazza a Parma i signori di 10 castelli della zona sospettati di cospirazione, la Rocca di Sanvitale di Sala Baganza, il castello Montechiarugolo e altri.

saletta di Diana e Atteone dipinta dal Parmigianino

Fu l’ultimo discendente della famiglia nel 1948 a vendere il castello al Comune, per questo motivo tutto è rimasto intatto nei secoli, sala d’armi, forzieri, ma il vero gioiello è la Saletta di Diana e Atteone dipinta nel 1523 dal giovane Parmigianino. Una piccola stanza di meditazione realizzata per consolare Paola Gonzaga dopo la morte della sua bambina: mentre tutte le altre sale affrescate durante le epidemie di peste venivano ricoperte di calce, questa veniva prontamente chiusa pur di non nascondere un tale capolavoro.

Altra curiosità del castello: in una delle torri sopra al fossato gli ultimi discendenti dei Sanvitale appassionati di fotografia, a fine ‘800 hanno realizzato una camera ottica, una stanza buia da cui attraverso fori e cristalli, si riflettono le immagini a 180° di quello che accade nella piazza del paese. E’ l’unica camera obscura in Italia, una reflex ante litteram, in tutta Europa ce ne sono solo altre 3, a Ceuta, Lisbona ed Edimburgo.

Rocca Meli Lupi di Soragna

Castelli del Ducato rocca Meli Lupi Soragna

Se volete visitare un castello abitato da un vero principe e magari incontrarlo per caso mentre sale sulla sua carrozza, pardon sulla sua Panda, non mancate di visitare la Rocca Meli lupi di Soragna di proprietà privata della famiglia Meli Lupi, di antiche origini longobarde. Gli interni sono spettacolari con arredi in sontuoso Barocco, in legno intagliato e dorato con foglia oro, fatti realizzare a Venezia quando Soragna divenne un principato, con diritto di coniare moneta. Mirabile la lunga Galleria  sopraelevata di oltre 60 metri – sembra di essere in un castello della Loira – che si inoltra in mezzo al parco. Il paese dopo Soragna è Busseto e qui si entra nelle Terre di Giuseppe Verdi, un’altra storia da raccontare con la casa natale, quella dove visse e creò e il museo  a lui dedicato.

Ma vi ho promesso di parlare di fantasmi e ancora non se ne è visto uno. A Soragna abbiamo incontrato il primo: si tratta di Donna Cenerina, perché è stata vista e sembra sia avvolta da un alone grigio. La leggenda vuole si tratti di Cassandra Marinoni fatta uccidere per errore insieme alla sorella, dal cognato che fuggì con l’eredità. La poveretta pugnalata a morte morì pochi giorni dopo a Soragna e la sua anima vaga ancora nel castello. L’attuale principe, Diofebo VI, che la conosce fin da bambino racconta di avere con lei un buon rapporto, la sua è una presenza protettiva che si fa sentire soprattutto quando qualcuno della famiglia è in imminente pericolo.

Castello di Torrechiara

Castelli del ducato castello di Torre Chiara

Il Castello di Torrechiara sulle prime propaggine dell’Appennino tosco-emiliano, è forse in assoluto l’esempio di architettura castellana del Quattrocento meglio conservato in Italia, elevato rispetto al fondovalle, con le quattro torri quadrate e beccatelli, il cortile centrale, le stanze comunicanti finemente affrescate e il caratteristico borgo antico.

torrechiara borgo

Mirabile la Camera d’Oro rivestita con formelle, in origine dorate, e sulle volte del soffitto affrescato con la storia d’amore tra Bianca Pellegrino e il signore del castello.

Siamo nella patria del prosciutto di Parma e a Langhirano si può visitarne il museo e fermarsi in una prosciutteria e gustarlo con del buon parmigiano. Non distante sono anche il Castello di Felino che ospita il museo del famoso omonimo salame, e il Castello di Montechiarugioli dove aleggia il fantasma della Fata Bema. Tabiano e Contignano sono gli ultimi due castelli entrati nel 2017 a far parte del circuito, e in territorio piacentino la Rocca viscontea di Castell’Arquato, un borgo fortificato che merita una sosta.

Fortezza di Bardi

Castelli di Parma e Piacenza fortezza di Bardi

Nel bel mezzo dell’appennino tra Emilia, Liguria e Toscana, su uno sperone roccioso di diaspro rosso alla confluenza di due torrenti, si innalza il Castello di Bardi, la mirabile fortezza dei Conti Landi. Da qui la potente famiglia feudale controllava il traffico di sale che dalla Liguria attraversava l’appennino. Il mastio, i camminamenti di ronda, la ghiacciaia (frigo ante litteram), gli strumenti di tortura, tutto ci parla di Medioevo. La torre di guardia “stondata” nel ‘500 per resistere all’attacco dei cannoni ha 5 grandi finestre, chiamate per nome: la parmigiana, le piacentine, le liguri.

Tanti castelli possono fregiarsi della presenza di un fantasma ma il castello di Bardi ha una particolarità curiosa. Per due anni un istituto specializzato di Bologna ha fatto ricerche con strumenti sofisticati per rilevare queste presenze ed è riuscita a fotografare, con una fotocamera termica, il fantasma (vedi la foto) . La foto è appesa nel punto esatto del rilevamento e dai contorni sembra davvero un cavaliere medievale.

La leggenda vuole che sia Moroello, il capitano delle guardie del castello che, innamorato in gran segreto, di Soleste la figlia del castellano. Quando parte per la guerra, lei aspetta ogni giorno il suo ritorno dalla cima della torre più alta. Un giorno vedendo avvicinarsi degli uomini vestiti con i colori della fazione avversaria, pensa che il suo amato sia morto e disperata si getta nel vuoto. Moroello che era invece tornato vittorioso vestendo per spregio gli abiti dei nemici sconfitti, sgomento, si uccide anche lui.

Castelli del Ducato fortezza di Bardi

Pare che per la foto ci sia anche una spiegazione “scientifica”, tuttavia non passa settimana che non vengano al castello gruppi di ghost hunters alla ricerca di fantasmi. La cosa interessante – come racconta la guida della cooperativa Diaspro rosso che gestisce il castello per il Comune – è che spesso scolaresche e turisti, una volta tornati a casa intravedono nelle foto scattate durante la visita, immagini strane che inviano prontamente al castello. Dicono di averne a centinaia.

Castello di Compiano

Castello di Compiano

Non distante da Bardi e per secoli di proprietà della stessa famiglia dei Landi (da cui presero il titolo di principi i Grimaldi di Monaco), cinto ancora da mura con il torrione di epoca carolingia ma ingentilito da statue, archi e rivellino, il Castello di Compiano,  racconta la storia di una donna singolare, la Marchesa Gambarotta che alla morte ha lasciato il castello al Comune con la clausola di aprirlo alle visite. La Marchesa dopo aver vissuto a lungo in Argentina, dove lavorava come arredatrice, nel 1962 lesse l’annuncio di vendita sul giornale e non ci pensò due volte ad acquistare il castello per sbizzarrirsi a ristrutturarlo e arredarlo secondo il suo gusto con oggetti unici.

castelli parma e piacenza compiano

Oltre all’appartamento della marchesa, altra curiosità, in tre stanze il Comune ha allestito l’unico Museo della Massoneria in Italia, riconosciuto dal Grande Oriente d’Italia. Si tratta della collezione privata di oggetti che il medico oncologo Flaminio Musa, affiliato alla massoneria, ha raccolto in tutto il mondo e ha poi donato al Comune di Compiano e che ci permettono di scoprire qualcosa di più su questo mondo sempre un po’ misterioso, con tante curiosità come ad esempio i grembiuli che indossano durante le assemblee che ricordano quelli usati dai muratori e altri simboli tradizionali, quali squadra e compasso.

Consigli per il viaggio:

Prima di partire, programmare la visita dei castelli facendo particolare attenzione ai periodi e agli orari di apertura e di visita dei singoli castelli consultando i rispettivi siti e il sito www.castellidelducato.it. Alcuni castelli ospitano anche Relais de Charme, alberghi e B&B dove poter dormire come principi e principesse.