Chi si appresta a fare un viaggio a Valencia ha in mente di sicuro di assaggiare la vera paella alla Valenciana che è nata proprio in questa città. Ma per i valenciani la paella ha delle regole ben precise da rispettare, di solito a noi totalmente sconosciute. In primis cucinano paella solo a pranzo, anche molti ristoranti solitamente i migliori e talvolta solo su ordinazione, mentre la sera la cucina valenziana si concentra solo sulle sfiziose tapas. E i valenciani vanno a “tapear” di locale in locale per gustarli. Ma anche le tapas valenciane non sono quello che pensa, in genere sono piccole porzioni che condividono in compagnia. La città spagnola ha inoltre altre specialità da offrire, tutte da scoprire durante una vacanza che si rispetti.

Paella o arroz

Intanto si può chiamare paella solo quella con gli ingredienti canonici: carne di pollo, carne di coniglio, fagiolini verdi piatti e, nella vera tradizione, più difficile da trovare oggi, le lumache. Tutti gli altri tipi di paella come ad esempio la più rinomata quella de mariscos, cioè la paella di mare con gamberi, cicale, totani e cozze non può a pieno titolo chiamarsi paella ma arroz de mariscos, cioè riso di mare, sebbene anche nei menù non venga fatta questa distinzione dato che i turisti sempre paella ordinano.

Rigorosamente a pranzo

Altro aspetto importantissimo su cui non si transige è quando mangiarla. I valenciani la cucinano spesso a casa ma la mangiano solo e rigorosamente a pranzo e mai la sera. Per meglio capire la loro logica bisogna però fare un passo indietro e spiegare gli orari e i pasti di una vera giornata da valenciano.

Tostada a colazione

Il mattino fanno una veloce colazione prima di uscire di casa e poi intorno alle 10 hanno una mezz’ora di pausa al lavoro durante la quale fanno il desajuno, la seconda colazione più abbondante spesso con la tostada, una lunga fetta di pane abbrustolita simile alla nostra bruschetta su cui si può spalmare burro e marmellata oppure, nella variante salata, la più tipica, accompagnare con pomodoro e/o jamón serrano, il prosciutto crudo spagnolo.

Una sosta al Mercado Central

Intorno al Mercato Centrale vi ritroverete a fare colazione in questo modo con la gente del posto e se siete in zona all’ora di pranzo non mancate l’occasione di comprare un bel panino al prosciutto crudo, jamón serrano e perché no, il più pregiato Pata Negra, all’interno del mercato stesso dove sono ottimi e invitanti ma dove potrete gustare anche le ostriche per esempio, che vengono aperte al momento e servite con uno spicchio di limone. Ottima anche l’offerta di frutta di stagione, frullati, spremute ecc. che possono smorzare l’appetito e anche rinfrescare data la calura, per arrivare meglio all’ora di pranzo.

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Dove gustare la paella

Il pranzo rispetto alle nostre abitudini è spostato di due ore, un po’ in ritardo rispetto al nostro, dalle 13 alle 15, e i ristoranti di solito non aprono fino all’una. Questo è il pasto più abbondante e quello in cui viene cucinata anche in famiglie o consumata fuori casa la paella o l’arroz come dir si voglia. In città ci sono tantissimi posti dove gustare la vera paella a tutti i prezzi: intorno al mercato centrale ci sono varie bancarelle e anche bar dove che la cucinano come da tradizione, altrimenti nei ristoranti di tutta la città, rinomato per fare la paella tipica è La Pepica.

La paella migliore è al mare

Dove e cosa mangiare a Valencia? Paealla alla valenciana appare quasi scontato! In realtà ci sono tante curiosità da scoprire su questo piatto tipico ma anche sulle abitudini gastronomiche della città spagnola, per gustarsi appieno tutte le sue specialità.

Ma per trovare questa specialità veramente ottima anche i valenciani dicono che bisogna andare al mare, lungo la spiaggia di Malvarrosa poco fuori città, dove la paella è nata anche se è stata inventata ad Albufera dove erano le coltivazioni di riso e aveva in origine rigorosamente 10 ingredienti.

La vera paella poi è quella servita nella tipica teglia in ferro e deve avere quella crosticina croccante chiamato socarrat (abbrustolito) sul fondo della paella (padella). Per i valenciani è usanza mangiarla con un cucchiaio di legno o direttamente dalla padella.

Il locale più rinomato a Valencia dove gustare al meglio questo piatto della tradizione è lungo la spiaggia di Malvarrosa, Casa Carmela dove però è spiacevole leggere sul menu che il prezzo minimo della consumazione deve essere di 40 euro a persona. Per tale motivo, solo per una questione di principio anche se poi non è che si spenda molto meno, abbiamo scelto un altro nome rinomato lungo la stessa spiaggia il ristorante La Murciana che mi sento di consigliare senza riserve.

Per altri consigli vedi Dove mangiare la paella migliore di Valencia su VisitValencia.

Tapas per cena

La cena infine si consuma intorno alle 21-22 ma è un pasto leggero dopo l’abbuffata del giorno, i valenciani non fanno un vero e proprio pasto, amano stuzzicare l’appetito con vari assaggi di tapas. A Valencia le tapas sono dei piatti tipici in piccole porzioni (quasi sempre di mare), in genere se ne ordina 2 o 3 e vengono divisi dai commensali. Le Tapas bar quindi sono spesso simili a ristoranti, tuttavia la gente del posto in una serata può anche girare due o tre locali, come dicono in gergo, vanno a “tapear. Polpette di gamberi, polpo alla brace, tonno essiccato, patate con salsa all’aglio sono alcune delle tapas tipiche. Le zone della città animate per la sera, dove trovare le tapas e vivere la movida, sono il Barrio e Russafa.

In centro non lontano dal Mercato Centrale c’è El Molinon una sidreria con cucina tipica delle Asturie, e altri locali famosi per le tapas sono la Pilareta, bar storico con pareti piastrellate, la Taberna La Sénia, altri locali sono a Russafa, dietro la stazione, una bella scoperta è stata una pescheria con gustose tapas di pesce Aladroc taverna de peix.

Tapas delle Asturie, mitico Sagardi

Ma un posto assolutamente da non perdere in pieno centro è Sagardi. Sagardi ha un lungo bancone su cui sono poggiati a ciclo continuo varie decine di vassoi con le tipiche tapas, quelle più conosciute con lo stecchino infilato che rimane nel piatto a dimostrazione della consumazione. Si paga infatti un tanto a tapas, che sia crocchetta di granchio o crostino con salse di ogni tipo o stuzzichini caldi, nel nostro caso 1,5 euro a pezzo e quando si arriva a pagare il cameriere conta quanti stecchini hai nel piatto.

Queste però non sono le tapas valenciane ma le tipiche tapas delle asturie che poi hanno dilagato nel resto della spagna. Sagardi a Valencia è una tappa imperdibile, i valenciani, che hanno un costo della vita leggermente più basso che in Italia, dicono che è un po’ caro ma in realtà per noi i prezzi sono nella media a meno che presi dalla bramosia non vi spolveriate tutto il bancone, eventualità abbastanza probabile.

Altre specialità: Horchata e Fartons

Cosa rimane ancora da provare per poter dire di aver fatto una vera esperienza gastronomica a Valencia? Non si può lasciare la città senza aver provato l’horchata con fartons e rigorosamente all’Horchateria de Santa Catalina, con tutto il fascino del locale retrò rivestito di splendide ceramche dove si gusta la miglior horchata della città. L’horchata è una bevanda fredda, dolce e lattiginosa, estratta da un piccolo tubero tipico della zona che si chiama Chufo, mentre i fartons sono dei dolcetti teneri dalla forma allungata con sopra zucchero a velo che si inzuppano dentro. Ottimi per una rinfrescante merenda si possono gustare buonissimi anche da Granier o Fabiàn.

Acqua di Valencia

Altra specialità del posto, questa volta una po’ più pesante ma adatta per il periodo invernale, chocolate e churros, dei bastoncini dolci fritti che si mangiano inzuppati nella cioccolata calda, uno dei luoghi migliori per gustarli è Churrería El Duque. Tipici della Festa de Las Fallas, poi, sono i buñuelos delle frittelle fatte con farina, acqua, lievito. Infine non si può lasciare Valencia senza aver provato l’Acqua di Valencia che attenzione, non è affatto così innocua come suggerisce il nome, si tratta infatti di una bevanda molto alcolica inventata al Cafè Madrid, nella città vecchia nel 1959, che però va giù come l’acqua.