Qualcuno dice che la particolare acconciatura della principessa Leila in Star Wars sia ispirata a quelle del costume tradizionale delle donne valenciane. Per realizzarle un tempo ci volevano ore e ore di abile lavoro, tanto che le ragazze così agghindate si dice passassero le loro nottate a dormire sedute, per non spettinarsi durante i periodi di festeggiamenti. Non si sa in realtà se il regista George Lucas sia stato in Spagna e le abbia mai viste, sembra invece abbia dichiarato di essersi ispirato, per il personaggio femminile di Guerre Stellari, alle acconciature delle donne rivoluzionarie del Messico, ma anche quelle valenciane gli somigliano molto con due grandi torchon ai lati del viso.

Ancora oggi la tradizione nella città spagnola di Valencia è vivissima e si possono ammirare le elaborate acconciature e gli abiti tradizionali femminili durante alcune importanti festività, come per la festa della Vergine dei Desamparados (dei disperati) patrona di Valencia che si celebra a maggio, quando la statua della Vergine viene portata in spalla dalla Basilica dove è venerata fino all’altare della cattedrale, ma sicuramente il momento migliore dell’anno è durante la festa tradizionale, tra le più popolari e conosciute in Spagna, la famosa Las Fallas, che si tiene nel mese di marzo e ha il suo clou, proprio in questi giorni, dal 15 al 19 marzo.
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La festa de Las Fallas dichiarata Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, attira ogni anno nelle strade di Valencia, un gran numero di turisti da tutto il mondo. Trae origine dai festeggiamenti in onore di San Giuseppe, patrono dei falegnami, ma assomiglia quasi al nostro carnevale. Durante la settimana delle Fallas, le strade di Valencia si riempiono di grandi monumenti di cartapesta e legno chiamati appunto “fallas” che rappresentano satire politiche, sociali o culturali, e la città si anima per i festeggiamenti che prevedono sfilate, danze tipiche, gare di paella, concerti e mascletàs, gli spettacoli pirotecnici diurni e notturni. Infine la notte di San Giuseppe le fallas vengono tutte bruciate in un grande falò tranne una, quella che viene scelta come vincitrice dell’anno che verrà conservata nel Museo Fallero.

Centinaia di uomini e donne in questo periodo dell’anno scendono in strada per sfilare, per danzare o solo per farsi ammirare con il costume tradizionale, quelle delle ragazze e donne viene chiamato appunto abito della “fallera” ed è realizzato ancora oggi come secoli fa quando prese campo questa tradizione con pregiati tessuti a fantasia floreale, una grande gonna come le dame del ‘700 con sottogonne in tulle che la sostengono, un corsetto aderente dello stesso tessuto, e sopra la mateletes che copre le spalle incrociandosi al petto e annodandosi alla vita e un grembiule, tutto in delicato pizzo. Bellissimi sono gli accessori della fallera, dalle scarpe rivestite dello stesso tessuto dell’abito, ai raffinati orecchini a cui sono abbinate le spille e spilloni per i capelli.

Altrettanto importante, ed anzi catalizzatrice degli sguardi affascinati dei turisti, è l’acconciatura, composta da uno chignon molto elaborato sulla nuca, dove vengono inseriti gli spilloni e soprattutto da due curiosi chignon piatti, come due panini (come li chiamano in valenciano) o lumache arrotolate, ai lati del viso, tenuti con dei lunghi fermagli. A rifinire il tutto sono poi due piccoli pettini e uno più grande quasi a diadema posizionato in alto sulla testa.

Per farvi un’idea della bellezza di questi abiti tradizionali e dei loro accessori, intanto potete dare un’occhiata su alcuni siti di negozi di abiti tradizionali che sono ancora molti in città: La barraca fallera e Trajesdefallera. Quando siete in centro a Valencia, invece, potete andare di persona: ce n’è uno non distante dalla Cattedrale, nel vicolo in angolo con Sagardi (ottimo per le tapas) in Carrer de Sant Vicent Màrtir davanti alla chiesa di San Martì, e magari portarvi a casa un souvenir davvero speciale.
Se stai per partire e quindi partecipare dal vivo ai festeggiamenti, scopri tutto il programma delle fallas 2024 dal sito VisitValencia. Per chi invece non ha la fortuna di visitare Valencia durante la festa di marzo, in qualunque periodo dell’anno, può vedere le ninots indultats, scelte mediante voto popolare, salvate dal rogo ogni anno fin dal lontano 1934, custodite nel Museo Fallero e scoprire come vengono costruite.
Molto interessante!
Le immagini sono stupende
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Grazie Luisa, un saluto
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Un caro saluto anche a te ❣️
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sono molto raffinate, bello ritrovare ancora oggi sentimenti vivi e forti per la tradizione
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E’ vero e si vede che è molto sentita come tradizione
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